Materiali ignifughi: cosa sono e come sono regolamentati
Materiali ignifughi: cosa sono e come sono regolamentati
Viene definito ignifugo un materiale non infiammabile o con caratteristiche per cui la combustione sia molto ritardata. Per queste caratteristiche il materiale può definirsi completamente ignifugo (appartenente pertanto alla classe di reazione al fuoco “A1”) o parzialmente ignifugo (compreso nelle categorie “A2”, “B”, “C”, “D” ed “F”).
I materiali particolarmente infiammabili possono essere trattati per ridurre la classe di reazione al fuoco con lo scopo di ridurre il rischio di incendio.
In Italia esiste una norma (UNI CEI EN ISO 13943/2004) che regolamenta il comportamento dei materiali a seconda della loro reazione al fuoco.
I parametri principali a cui è sottoposto un materiale esposto al fuoco sono:
In Europa la norma che regolamenta la classificazione di reazione al fuoco è la UNI EN 13501-1. E’ importante non confondere il grado di partecipazione del materiale al fuoco con la resistenza al fuoco che approfondiremo nel capitolo successivo. I prodotti vengono suddivisi in tre macro categorie:
I prodotti da costruzione vengono classificati nelle Euroclassi A1, A2, B, C, D, E ed F. I materiali classificati A1 e A2 sono incombustibili (cemento, calcestruzzo, minerali, vetro, lana di roccia, ceramica, etc.) mentre quelli certificati da B a F sono combustibili in ordine crescente. I materiali per pavimenti vengono classificati secondo le stesse Euroclassi A1, A2, B, C, D, E ed F seguite dalla sigla “fl” che indica flooring (pavimentazioni).
Per tutti i materiali appartenenti alle classi A2, B, C, D è prevista anche una ulteriore classificazione secondo il livello di emissione di fumi e di gocce ardenti durante la combustione.
Per la classe E è prevista un’unica sottoclasse d2. Per i materiale per pavimenti (flooring) è prevista invece la sola classificazione aggiuntiva “s” per le emissioni di fumi.
La resistenza al fuoco è una delle caratteristiche di protezione per garantire un adeguato livello di sicurezza di un’opera da costruzione in condizioni di incendio. Riguarda, in caso di incendio, la capacità portante di un elemento strutturale nonché la capacità di compartimentazione per gli elementi di separazione strutturali (es. muri, solai, …) e non strutturali (es. porte, divisori, …).
I principali parametri per la valutazione della resistenza al fuoco sono:
Con il simbolo REI (seguito da un numero n) si identifica un elemento costruttivo che conserva per un tempo determinato la resistenza meccanica, la tenuta alle fiamme e ai gas caldi, l’isolamento termico.
Le classi di resistenza al fuoco sono: REI 10, 15, 20, 30, 45, 60, 90, 120, 180, 240 e 360, ed esprimono il tempo, in minuti primi, durante il quale la resistenza al fuoco deve essere garantita.
E’ pensiero comune individuare nel cemento armato il materiale che per eccellenza è in grado di sopportare un incendio.
Non tutti sanno, però, che le lastre di cartongesso possono benissimo garantire un’adeguata resistenza al fuoco.
Il cartongesso è un materiale molto utilizzato in edilizia. Si presenta sotto forma di pannelli di vario spessore e si tratta di elementi che hanno un’anima in gesso racchiusa tra due lastre di cartone pressato ed opportunamente trattato che fungono da armatura.
Il gesso, dal canto suo, è un minerale molto comune in natura e presenta una naturale capacità di resistenza al fuoco. In caso di incendio, infatti, le molecole d’acqua che sono presenti all’interno della struttura cristallina del gesso, tendono ad evaporare molto lentamente.
Questo processo non solo rallenta automaticamente l’avanzamento delle fiamme, ma porta alla formazione di uno strato di cartongesso disidratato che a sua volta funge da isolante, poiché aumentando la porosità si ha una minore conduzione termica rispetto al gesso di partenza.
Se il gesso, di per sé, ha già delle buone proprietà di resistenza al fuoco, rispetto alle lastre tradizionali quelle ignifughe garantiscono ancora migliori performance in caso di incendio.
Le lastre di cartongesso antincendio, infatti, vengono realizzate con il cosiddetto gesso emiidrato, ovvero parzialmente disidratato ed internamente rinforzato con fibre di vetro, perlite o vermiculite a seconda del tipo di pannello prescelto. Questi materiali sono tutti incombustibili e presentano un’elevata resistenza alle alte temperature tale da incrementare le già buone proprietà intrinseche del gesso stesso.
Naturalmente, migliori sono le performance nei confronti del fuoco e più le singole lastre avranno un prezzo elevato. Se mediamente il prezzo di una lastra normale si aggira attorno ai 3-5 euro, quelle ignifughe partono dagli 8 euro a salire e se si desiderano prodotti ad alte performance il prezzo sale ulteriormente superando i 25-30 euro.
Quando si parla di elementi resistenti al fuoco si utilizza il termine REI. REI 60, REI 90 e REI 120 sono le richieste più comuni per garantire ambienti o vie di fuga vincolate da leggi sul comportamento al fuoco.
La sigla REI, come spiegato in precedenza, altro non è che un acronimo che, come esplicitato nell’Allegato A del D.M. del 30 Novembre 1983, viene normalmente utilizzato per indicare la resistenza al fuoco di un determinato elemento costruttivo, sia esso strutturale oppure no.
Anche il cartongesso ignifugo viene classificato in base alla resistenza al fuoco che è in grado di garantire. Si avranno dunque lastre di cartongesso REI 120, che sono quelle più resistenti capaci di sopportare un incendio che si protragga per due ore ed altre meno resistenti, ovvero REI 90, o REI 60.
In via del tutto generale un cartongesso REI può essere utilizzato sia per la realizzazione di pareti e tramezze interne, che di contropareti, abbassamenti e controsoffitti, tutti chiaramente resistenti al fuoco.
Il cartongesso ignifugo viene impiegato in numerose applicazioni, sia all’interno di abitazioni private che nei luoghi pubblici. Scegliere le lastre più consone all’impiego che si intende farne può essere davvero importante per garantire un’adeguata sicurezza.
In un appartamento, ad esempio, sarà bene che sia ignifugo il cartongesso per la cappa della cucina, così come anche il rivestimento camino al pari di quello di una stufa piuttosto che le pareti e i controsoffitti che delimitano locali tecnici adibiti all’installazione di caldaie o altri impianti similari.
Nei luoghi pubblici gli ambiti in cui si utilizza questo materiale ignifugo sono ancora maggiori sia per ciò che concerne le pareti che per quanto riguarda i controsoffitti, che quasi sempre sono attraversati da numerosi impianti.
Per distinguere una lastra di cartongesso ignifugo da una “tradizionale”, non dotata di particolari proprietà di resistenza al fuoco, è necessario basarsi sulla scheda tecnica di prodotto, all’interno della quale deve essere inequivocabilmente indicata la classe (euroclasse) di reazione al fuoco.
Quando si parla di cartongesso ignifugo, secondo quanto prescritto dalla norma UNI EN 520, sono due le classi possibili A1 e A2. Quale sia la classe di appartenenza di ciascuna lastra viene stabilito in base a proprietà come la diffusione delle fiamme, la non combustibilità, l’accendibilità, il potere calorifico e la produzione di fumo e di gocce ardenti.
Scegliere il cartongesso con un’adeguata resistenza al fuoco in molti casi si rivela di grande importanza, soprattutto quando si ha a che fare con edifici pubblici, con vie di esodo ed uscite di sicurezza.
Studio Ambiente è in grado di collaborare con il Cliente e con il Progettista formulando l’offerta in considerazione del mix di esigenze che possono richiedere particolare attenzione sia alle prestazioni di classe e di resistenza al fuoco che alle esigenze termiche, acustiche e dimensionali degli elementi in cartongesso da realizzare. Naturalmente Studio Ambiente è in grado di completare l’esecuzione del lavoro fornendo una serie di documentazioni necessarie alla compilazione dei certificati redatti da tecnici abilitati.